Cammini

IL CAMMINO DI SANTIAGO DE COMPOSTELA

Viaggiatori solitari, amici in gruppo, curiosi e avventurieri, fedeli o scettici, anonimi o famosi… Quelli del Camino, insomma, pronti a percorrere quasi 800 chilometri lungo la parte nord della Penisola Iberica, a piedi, a cavallo o in bicicletta. Un viaggio che dura dai 25 ai 28 giorni.

I valichi dei Pirenei come punto di partenza e come meta il capoluogo della Galizia, Santiago de Compostela e la sua Cattedrale, costruita a partire dal 1070, nella Plaza do Obradoiro, che accoglie le reliquie del Santo.

Parlare del Cammino vuol dire fondere mito, fede, arte e turismo, senza poterli separare. Vuol dire parlare di un percorso che oggi è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Unesco e dal quale, nel corso dei secoli, nacquero città e villaggi, arti, letteratura e musica e, cosa ancora più importante, una coscienza comune del Continente. “L’Europa è nata dai pellegrinaggi a Santiago”, queste le parole del poeta tedesco Goethe in un’epoca in cui il Cammino era già leggenda.

Ma cominciamo dall’inizio. Anno 813. L’eremita Paio nel cuore delle estreme propaggini della Terra, la Galizia, rinviene la tomba di Giacomo il Maggiore, il figlio del Tuono cui, secondo la tradizione, va il merito di aver evangelizzato la Penisola Iberica settentrionale. Il mito dell’apostolo Giacomo, che faceva parte del gruppo ristretto di discepoli di Gesù, fu uno dei più potenti del Medioevo. Con questa leggenda da sfondo, non sorprende come la tomba dell’apostolo sia diventata un magnete per i cristiani di tutto il mondo, al pari di Roma e Gerusalemme.

Da ogni angolo d’Europa arrivavano santi, nobili, re, avventurieri e mendicanti, seguendo la “Via Lattea”, verso il nord-ovest della Spagna per visitare la tomba dell’apostolo Giacomo. A inaugurare l’itinerario di Santiago de Compostela fu, stando alla tradizione popolare, Carlo Magno, per redimersi dalle proprie colpe.

Fu Dante poi a dare il nome di “pellegrinaggio” a quel flusso umano di viandanti che, guidati dal sole e dalle stelle, attraversava i campi di tutto il mondo, sviluppando intensi scambi culturali. Non è da sottovalutare la forte attrazione che esercitava questo viaggio ai confini del mondo conosciuto. La Galizia, nota anche come "Finis Terrae", era il luogo più lontano che dominava il misterioso “Mare Oceano”, l’Atlantico dai confini ignoti.

Un viaggio spirituale sì ma non solo. Questa la stessa risposta di tutti quelli che il Cammino l’hanno fatto. Bisogna sperimentarlo per rendersi conto di cosa sia. Si va alla ricerca di sé stessi e si ritrovano anche gli altri, in ogni tappa e negli ostelli che ti ospitano fino alla meta finale, davanti all’altare dell’Apostolo. E qui la sorpresa di Santiago, città millenaria, per alcuni l’accesso al paradiso, reale e metaforico.
Parlare del Cammino di Santiago di Compostela comporta inevitabilmente il racconto del misto di storia, tradizione e leggenda che accompagna il ritrovamento della tomba di San Giacomo, la notizia del ritrovamento risale al IX secolo; la tradizione racconta così: San Giacomo il Maggiore dopo l'ascesa di Gesù al cielo, iniziò la sua opera di evangelizzazione della Spagna spingendosi fino in Galizia, remota regione di cultura celtica all'estremo ovest della penisola iberica. Terminata la sua opera Giacomo tornò in Palestina dove fu decapitato per ordine di Erode Agrippa nell'anno 44. I suoi discepoli, con una barca, guidata da un angelo, ne trasportarono il corpo nuovamente in Galizia per seppellirlo in un bosco vicino ad Iria Flavia, il porto romano più importante della zona. Nei secoli le persecuzioni e le proibizioni di visitare il luogo fanno si che della tomba dell'apostolo si perdano memoria e tracce.

Nell'anno 813 l'eremita Pelagio (o Pelayo), preavvertito da un angelo, vide delle strane luci simili a stelle sul monte Libredòn, dove esistevano antiche fortificazioni probabilmente di un antico villaggio celtico. Il vescovo Teodomiro, interessato dallo strano fenomeno, scoprì in quel luogo una tomba, probabilmente di epoca romana, che conteneva tre corpi, uno dei tre aveva la testa mozzata ed una scritta:"Qui giace Jacobus, figlio di Zebedeo e Salomé".
Per questo motivo si pensa che la parola Compostela derivi da Campus Stellae (campo di stelle) o da Compos Tellum (terreno di sepoltura).
Alfonso II il casto (789-842), re delle Asturie e della Galizia, ordina la costruzione sul posto di un tempio, i monaci benedettini nell'893 vi fissarono la loro residenza. Iniziarono così i primi pellegrinaggi alla tomba dell'apostolo (Peregrinatio ad limina Sancti Jacobi), dapprima dalle Asturie e dalla Galizia poi da tutta l'Europa.
Santiago di Compostela venne distrutta nel 997 dall'esercito musulmano di Almanzor e poi ricostruita da Bermudo II. Fu però il vescovo Diego Xelmirez ad iniziare la trasformazione della città in luogo di culto e pellegrinaggio, facendo terminare la costruzione della Cattedrale iniziata nel 1075 ed arricchendola con numerose reliquie.

La storia del Cammino di Santiago de Compostela
“A partire dal secolo XI e per tutto il Medioevo la città di Santiago de Compostela (San Giacomo di Compostela) in Spagna, fu meta come lo è ancora oggi di un importantissimo pellegrinaggio. Ogni anno più di cinquecentomila pellegrini si mettevano in viaggio a piedi. Essi partivano da tutti i paesi d’Europa, si recavano in Spagna a venerare il sepolcro dell’apostolo San Giacomo. Verso la fine del secolo XVI, quando le discordie religiose cominciarono a rendere difficile il pellegrinaggio il vescovo di Santiago fece nascondere i resti dell’apostolo per proteggerli. Essi furono ritrovati per caso soltanto alla fine del XIX secolo. Il papato esitò per qualche tempo prima di riconoscerli come autentici.

Nei secoli si sono sviluppati più percorsi che confluiscono alla Cattedrale dove sono conservati i resti dell’apostolo San Giacomo. Il principale, che attraversa la Spagna dai Pirenei fino a Santiago, viene chiamato il percorso francese.

“Quattro sono le strade per Santiago che a Puente la Reina, ormai in Spagna, si riuniscono in una sola…” Così inizia la “Guida del pellegrino di Santiago”, libro V del “Codex Calixtinus” importante opera di divulgazione del culto di Giacomo e del pellegrinaggio alla sua tomba, redatto nel XII secolo forse da Aymericus de Picaud, chierico francese.
La via turonense così chiamata perché passava per Tours, era considerata come il magnum iter Sancti Jacobi in quanto in essa confluivano tutti i pellegrini dall'Inghilterra, dal Belgio, dal nord della Francia e dal nord della Germania;
la via lemovicense chiamata così perché passava da Limoges, percorsa da pellegrini scandinavi, fiamminghi, borgognoni, del centro e del nord della Francia, e anche dai tedeschi provenienti da Treviri;
la via tolosana, o via di Saint Gilles, che per Toulouse conduceva al passo di Somport, uno dei piu’ antichi passaggi dei Pirenei, pellegrini dall'Italia, dai paesi slavi, dall'Austria e dalla Francia meridionale;
la via podense partiva da Notre Dame de Puy, preferita dai pellegrini borgognoni e tedeschi delle regioni centrali

Santiago el Mayor (S. Giacomo il Maggiore)
L'apostolo che la tradizione cristiana chiama Santiago il Maggiore era uno dei due figli di Zebedeo e Salomé; suo fratello fu Giovanni l'Evangelista, anche lui apostolo.
Invitato da Gesù "assieme a suo fratello e subito dopo di Pietro e Andrea- a diventare “pescatore di uomini", fu uno degli apostoli che ebbe un rapporto più intimo e vicino con il figlio di Dio.


LA VIA FRANCIGENA

La Via Francigena, anticamente chiamata Via Francesca o Romea e detta talvolta anche Franchigena, è il percorso di un pellegrinaggio che da Canterbury portava a Roma e costituiva una delle più importanti vie di comunicazione europee in epoca medioevale.

Storia
Il pellegrinaggio a Roma, in visita alla tomba dell'apostolo Pietro era nel medioevo una delle tre peregrinationes maiores insieme alla Terra Santa e a Santiago di Compostela. Per questo l'Italia era percorsa continuamente da pellegrini di ogni parte d'Europa diretti a Roma. Nella maggior parte dei casi i pellegrini seguivano le Strade consolari romane. I pellegrini provenienti soprattutto dalla Francia cominciarono ad entrare in Italia dal passo del Monginevro, dando così alla strada che da lì arrivava a Roma il nome di Francigena, cioè dei francesi. La via prese quindi a far parte di quella vasta rete di strade e percorsi che segnava l'Europa di pellegrinaggio e che univa tutti i maggiori luoghi di spiritualità del tempo.
La presenza di questi percorsi, con la grande quantità di persone provenienti da culture anche molto diverse tra loro, ha permesso un eccezionale passaggio di segni, emblemi, culture e linguaggi dell'Occidente Cristiano. Ancora oggi sono rintracciabili sul territorio le memorie di questo passaggio che ha strutturato profondamente le forme insediative e le tradizioni dei luoghi attraversati. Un passaggio continuo che ha permesso alle diverse culture europee di comunicare e di venire in contatto, forgiando la base culturale, artistica, economica e politica dell'Europa Moderna; É nota la frase del poeta Goethe secondo cui la coscienza d'Europa è nata sulle vie di pellegrinaggio.
La relazione di viaggio più antica risale al 990 dove viene descritto in 79 tappe il viaggio di ritorno da Roma di Sigerico, arcivescovo di Canterbury. Le informazioni contenute nella cronaca di Sigerico, così come quelle del diario di Nikolas da Munkathvera, partito dalla lontana Thule sono molto utili per stabilire quale fosse il tracciato originario della Francigena.
A partire dal 1994 la Via Francigena è stata dichiarata "Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa" assumendo, alla pari del Cammino di Santiago di Compostela, una dignità sovranazionale.


Percorso
Si sviluppa su di un percorso di 1.600 chilometri che parte da Canterbury, e arriva a Dover per attraversare la Manica; da Calais, passando per Reims, Besançon e Losanna si arriva alle Alpi che vengono passate al colle del Gran San Bernardo. Dalla Valle d'Aosta si scende a Vercelli, Pavia e si attraversano gli Appennini tra le province di Piacenza e Parma. Da Pontremoli si prosegue per Lucca, Porcari, Altopascio, San Gimignano, Poggibonsi, Siena, Viterbo per terminare a Roma.
Le città attraversate dall'itinerario originale sono trentatré: Canterbury, Calais, Bruay, Arras, Reims, Châlons-sur-Marne, Bar-sur-Aube, Besançon, Pontarlier, Losanna, Gran San Bernardo, Aosta, Ivrea, Santhià, Vercelli, Pavia(derivazione per Bobbio), Piacenza, Fiorenzuola d'Arda, Fidenza, Parma, Fornovo di Taro, Pontremoli, Aulla, Luni, Lucca, Porcari, Altopascio, San Genesio, San Gimignano, Siena, San Quirico, Bolsena, Viterbo, Sutri, Roma.
Sigerico impiegò 79 giorni a percorrere, perlopiù a piedi, tutti i 1.600 chilometri del tragitto. La percorrenza media di viaggio fu quindi di 20 km circa al giorno.

Varianti
Gli ostacoli naturali che i pellegrini ed i viandanti dovevano superare erano il canale della Manica, le Alpi e gli Appennini oltre che il fiume Po. Mentre per i primi due non esistevano molte alternative, per attraversare gli Appennini c'erano diverse possibilità. Anche per l'attraversamento del fiume Po potevano esistere problemi in caso di piena ma i punti attrezzati per il passaggio erano ben noti e conservati sempre attivi, infatti solitamente questi luoghi fungono anche da 'porto' per le imbarcazioni che trasportano merci. Un esempio è il fiume Lambro che al suo sbocco nel Po vedeva essere mantenuto un efficiente porto che i documenti dicono essere 'mediolanense' (di Milano).
Nel tratto della Via Francigena che porta dalla Pianura padana alla Toscana, si registravano diverse varianti di percorso che sfruttavano i vari valichi risalendo la valle del Trebbia e passando per Bobbio, oppure la valle del Taro o ancora altre valli minori. Un'altra variante appenninica a volte utilizzata era, almeno per alcuni tratti, la via Flaminia minor (fra Bologna e la Toscana).
Una variante alpina della via Francigena attraversa le Alpi all'altezza della Val di Susa, e passa dall'abbazia di Novalesa e da Sant'Antonio di Ranverso per raggiungere poi Torino e ricollegarsi con il tragitto principale. Più a sud, dopo la morte di San Francesco e la sua elevazione agli altari, molti pellegrini deviavano dall'antico percorso per visitare Assisi.

La Francigena oggi
Dopo la riscoperta, avvenuta negli anni '70, del Cammino di Santiago, ci si rese conto che anche in Italia esisteva un simile percorso di pellegrinaggio, la via Francigena. Come era successo per il Camino spagnolo anche il percorso della Francigena giaceva quasi interamente sotto l'asfalto delle autostrade e delle statali che, col tempo, avevano ricalcato il tracciato di quelle che già erano state le strade principali del medioevo e dell'età romana. L'interesse, dapprima limitato agli studiosi, poi estesosi a molti che, dopo aver percorso il Cammino di Santiago, desideravano arrivare a Roma a piedi, così come era possibile arrivare a Santiago in Spagna, ha fatto nascere una rete di amanti della Francigena che, con vernice e pennello, hanno cominciato a segnare sentieri e percorsi. Dove possibile si è cercato di recuperare il tracciato originario, ma a volte si è scelto di deviare dal percorso storico in favore di sentieri e strade meno trafficate. Constatando il sempre maggiore interesse per il Cammino di Santiago, è oggi chiaro che anche la Francigena è un tesoro dal punto di vista turistico, e se questo ha portato le amministrazioni pubbliche a prendere coscienza dell'importanza del fenomeno ha anche portato alcuni ad approfittarsi, ad esempio deviando il percorso pur di farlo passare nei pressi di quel bar o di quell'altro ristorante.
Nonostante questo, grazie anche ad un certo interesse mediatico, come ad esempio una serie radiofonica di Rai Radio Tre dedicata alla Francigena, documentari, e la pubblicazione di alcune guide è sempre maggiore il numero di persone che, per motivi religiosi o meno, percorre zaino in spalla l'antico percorso.


PELLEGRINAGGIO MACERATA-LORETO

Il pellegrinaggio Macerata - Loreto è un pellegrinaggio cristiano a piedi da Macerata a Loreto che nasce nel 1978, anno dell'elezione di Giovanni Paolo II. É un giovane insegnante di religione di Macerata, don Giancarlo Vecerrica, a proporlo come gesto di ringraziamento alla Madonna al termine dell'anno scolastico. Nel 1978 parteciparono poco più di trecento persone, negli anni successivi si assiste ad un eccezionale aumento delle presenza, fino a superare i 60.000 delle ultime edizioni. Circa metà dei pellegrini proviene dalle Marche, i restanti raggiungono Macerata da tutta Italia e, ormai, anche da varie parti d'Europa (Belgio, Spagna, ex-Jugoslavia, Albania, Svizzera, Germania, ecc.): associazioni e movimenti ecclesiali partecipano in modo fattivo, offrendo testimonianza di grande unità e comunione. Molti sono anche i volontari che contribuiscono all'organizzazione, articolata in vari sevizi: d'ordine, tecnico, sanitario, di assistenza mobile, ecc. Il pellegrinaggio inizia nella sera del sabato immediatamente seguente la fine delle lezioni scolastiche e la Diocesi di Macerata tra i gesti di fede più importanti dell'anno. Il percorso riprende un cammino mariano di antichissima tradizione, si prolunga per 28 km ed è guidato attraverso un sistema di comunicazione radio. Il cammino si articola in quattro parti:
recita dei Misteri della gioia e dei Misteri della luce; benedizione eucaristica;
recita dei Misteri del dolore; benedizione con la croce;
recita dei Misteri della gloria; fiaccolata; benedizione con l'acqua lustrale e rinnovo delle promesse battesimali; ristoro;
recita dell'Angelus; scambio della pace; arrivo a Loreto.
Dopo l'arrivo alla piazza della Basilica di Loreto, i pellegrini recitano l'atto di consacrazione alla Madonna e ricevono la benedizione con l'acqua lustrale. Il pellegrinaggio è promosso da Comunione e Liberazione in collaborazione con movimenti ecclesiali, parrocchie e gruppi. Il 19 giugno 1993 il pellegrinaggio ha avuto il grande dono della presenza di Giovanni Paolo II, che ha celebrato la Santa Messa prima del cammino notturno e in quella occasione ha consegnato la Croce ai giovani con un gesto solenne che ogni anno si ripete prima della conclusione della Santa Messa.

IL PELLEGRINAGGIO A PIEDI VERSO CZESTOCHOWA

Fin dal medioevo da tutta la Polonia si svolge il Pellegrinaggio a piedi verso il santuario di Częstochowa dove è conservata l’immagine della Madonna con il Bambino, da secoli oggetto di culto e di venerazione. In tutti i momenti di difficoltà della Polonia il popolo polacco si è stretto attorno alla Madonna Nera del santuario di Jasna Gora a Częstochowa incrementando così il numero di pellegrini. Ancora oggi questo Pellegrinaggio vede la partecipazione di decine di migliaia di persone che in estate si mettono in marcia a piedi verso il santuario.
Questo tipo di Pellegrinaggio di svolge da Giugno a Settembre, normalmente il periodo scelto è quello attorno a ferragosto. Il Pellegrinaggio a piedi dura diversi giorni ed i pellegrini percorrono anche centinaia di chilometri lungo oltre 50 percorsi da tutta la Polonia, il più lungo dei quali è di 600 km diviso in 20 tappe. I percorsi più famosi sono quelli che partono da Varsavia (9 tappe, 243 km, dal 6 al 14 agosto) e da Cracovia (6 tappe, 150 km, dal 6 all'11 agosto). Il più antico e rinomato rimane però quello che parte da Varsavia che si svolge dal 1711 e che arriva per la festa dell’Assunzione della Santissima Maria Vergine (il 15 di agosto).
Questo Pellegrinaggio è stato fatto anche da Karol Wojtyła (Giovanni Paolo II) nel 1936 partendo da Cracovia. Nel periodo in cui la Polonia era governata dal regime comunista questo Pellegrinaggio ha visto un incremento di adesioni raggiungendo nei primi anni '80 anche un milione di partecipanti. Attualmente i pellegrini a piedi sono oltre 200000. Negli ultimi 30 anni hanno preso parte a questo pellegrinaggio anche molti giovani provenienti dai paesi Occidentali in particolare italiani.
Oltre i pellegrini a piedi vi sono anche centinaia di migliaia di pellegrini che scelgono modalità più comode per fare questo Pellegrinaggio. Ogni anno in totale i pellegrini che giungono a Częstochowa sono 4-5 milioni provenienti da tutto il mondo, da più di 80 paesi. Il santuario di Częstochowa è infatti una delle principali mete di pellegrinaggio mondiale ed europeo.

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